Calendula Arvensis

La pianta

Nome botanico: Calendula Arvensis
Famiglia Asteraceae

La calendula cresce spontanea in campi incolti nelle aree mediterranee. Fiorisce in primavera e riempie i campi con i suoi capolini giallo sole.
Possiede le stesse proprietà della Calendula Officinalis da cui si differenzia per le dimensioni del fiore.

Il nome deriva dal latino “calendae”, che per i Romani indicava il primo giorno del mese, alludendo così alla rifioritura regolare della pianta o come riferimento alle proprietà emmenagoghe del fiore.

L’oleolito di calendula

Raccolta in piena fioritura, il suo utilizzo stimola la crescita di nuovo tessuto (proprietà riepitelizzante), possiede proprietà vaso protettive sul microcircolo e svolge un’importante azione cicatrizzante, analgesica, antibiotica, antiflogistica, fungicida, lenitiva, antibatterica ed antiossidante.
Gli estratti del fiore contengono: sostanze amare, flavonoidi, carotenoidi, alcoli triterpenici, saponine.

Proprietà e utilizzi

Il suo uso è principalmente esterno sotto forma di oleolito (macerato di fiori in preziosi oli vegetali) o di estratto alcolico.
La calendula è usata in cosmesi e nella paidocosmesi per migliorare e proteggere sia le pelli danneggiate e con segni di invecchiamento, sia quelle sensibili e delicate, grazie all’azione riparatrice, emolliente e lenitiva.
Scottature, eczemi, geloni, pelle acneica, punture di insetti, dermatite da pannolino, micosi (piede d’atleta) e irritazioni del cuoio capelluto sono solo alcuni esempi dell’uso tradizionale dei preparati a base di calendula.

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